Bonjour Tristesse

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Ais Quin
view post Posted on 10/11/2010, 18:28




Non l'ho capito.
Cioè, non ho capito dove sia la forza dirompente di cui si favoleggia né perché un libro tanto sciapo sia diventato un caso letterario. Chiaramente i 19 anni della Sagan, classe 1935 e née Quoirez, non sono comparabili ai miei 20 attuali, così come è impensabile che un romanzo edito nel 1954 possa arrivare ai giorni nostri conservando tutta la sua iniziale freschezza. A tutti piacerebbe che i libri migliorassero col passare del tempo, alla stessa stregua dei vini, ma non è possibile. O meglio: non lo è per tutti. Dev'esserci della materia prima su cui il buon Crono possa lavorare e in Bonjour tristesse, sfortunatamente, non mi sembra essercene abbastanza.

Trama
La diciassettenne Cécile parte con le vacanze estive con suo padre Raymond e l'amante di quest'ultimo, Elsa. Costei è soltanto l'ultima conquista in ordine di tempo del disinvolto Raymond che tuttavia ha sempre cercato di essere presente nella vita di Cécile e di non farle sentire troppo la mancanza di sua madre, morta quando lei aveva due anni. L'allegria priva di malizia di Elsa ben si sposa col carattere della mondana Cécile, abituata fin da quando era piccola alla compagnia di persone più grandi e che proprio per questo motivo non vede l'ora di gettarsi a capofitto nella stimolante vita sociale della Costa Azzurra che proprio in quegli anni sta attraversando una fase di incredibile emancipazione turistica. Le cose cominciano a complicarsi con l'arrivo di Anne, un'amica di famiglia che non si faceva viva da tempo e che non potrebbe essere più diversa dalle altre fiamme di Raymond e che proprio per questo motivo sembra attrarlo molto. Laddove per piacere Elsa punta sulla propria bellezza, infatti, Anne predilige investire sull'intelletto e sulla personalità, qualità che la rendono agli occhi dell'uomo la candidata ideale per prendere il posto della moglie. Cécile è combattuta tra l'ammirazione per lei e il dispiacere per Elsa, sinceramente innamorata di Raymond fino, a che le ingerenze a fin di bene di Anne nella sua vita cominciano a risultarle sgradite. In particolare la goccia che fa traboccare il vaso è il suo disappunto nei confronti della relazione di Cécile col giovane Cyril, più grande di lei di nove anni. Cécile convince lui ed Elsa {che all'inizio non ne vuole sapere} a fingere di avere una storia in modo da far ingelosire Raymond e costringerlo a lasciare Anne. Il piano funziona fin troppo: scoperto un pentito Raymond tra le braccia di Elsa, infatti, la donna abbandona in tutta fretta la villa delle vacanze e si uccide inscenando un incidente d'auto sulla Corniche. All'inizio sia Raymond che Cécile sono sconvolti, ma tornati a Parigi la loro vita riprende come se nulla fosse successo.

Il tutto in 154 pagine scritte con caratteri a prova di presbiopia.

Stile
E qui casca il primo asino. Il francese della Sagan {sì, l'ho letto in lingua originale} è scarno, elementare, privo di slancio. Naturalmente ciò si potrebbe imputare al fatto che allora la sua carriera di autrice, di cui confesso di non sapere granché, era agli inizi; posso solo dire che leggendo si ha l'impressione che ciò che ha da offrire al pubblico sia davvero tutto lì. L'unico vero guizzo si avverte nell'incipit:
CITAZIONE
Esito ad apporre il nome, il bel nome grave di tristezza su questo sentimento, del quale la noia, la dolcezza mi ossessionano. È un sentimento così completo, così egoista che io quasi me ne vergogno mentre la tristezza mi è sempre parsa onorevole. Non conoscevo lei, ma la noia, il rimpianto, e più raramente i rimorsi. Oggi, qualcosa si ripiega su me come una seta, snervante e dolce, e mi separa dagli altri.

Il resto, sfortunatamente, non è all'altezza di queste prime righe.

Introspezione psicologica
L'unica cosa che arriva è che Cécile è insopportabile, il che, naturalmente, non rende piena giustizia al suo personaggio dal momento che si tratta -si tratterebbe- di una ragazza con evidenti disturbi e che fatica a mettere a fuoco le vere priorità della sua vita e di quella delle persone che la circondano. I personaggi di Raymond e Elsa, invece, sono sufficientemente ben riusciti, mentre si poteva e si doveva lavorare di più su Anne. Cyril, poveraccio, è a malapena pervenuto.

Conclusione
Un romanzo che aveva troppa fretta di crescere ma che avrebbe necessiato -e meritato- un'incubazione più lunga ed oculata.
 
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