La biblioteca dei morti

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Ais Quin
view post Posted on 2/12/2010, 17:19




Antefatto
Mia madre irrompe in camera mia quasi saltellando: "Vieni a vedere cos'ho trovato, non pensi che faccia tanto Death Note?"
So che l'idea di una 52enne che si intende di quaderni della morte può sembrarvi bislacca: concordo pienamente con voi.
SPOILER (click to view)
In realtà della storia non gliene frega niente, è l'idea di base che la interessava. Il commento di mio padre, invece, è stato molto più terra-terra: "Non sarà mica roba mortuaria, vero?" Un vero fulmine di guerra, non c'è che dire.


La seguo in sala da pranzo dove mi mostra il bottino del suo ennesimo raid in biblioteca. Non ha bisogno di dirmi quale sia il tomo a cui allude: il titolo parla da sé.
La biblioteca dei morti, eh? Suona bene. Ne ho sentito parlare, ma come sempre quando si parla di bestsellers le chiacchiere del New York Times o di chissà quale altra testata di grido stanno a zero.
Però una cosa è certa: più le sparano grosse più il libro incriminato fa schifo.
E diciamocela tutta, mia mamma ha un fiuto eccezionale per le ciofeche.
E io amo le ciofeche, o meglio, amo stroncarle senza pietà.

"Lo vuoi leggere prima tu? Va bene, ma non raccontarmi il finale, mi raccomando!"
"Ma come vuoi che finisca, mamma? Questi romanzi sono fatti tutti con lo stampino! Il protagonista si salva, trova l'amore e per sempre felice e contento. Fine. Con tutti i thriller che leggi dovresti saperlo, no?"
"Sì, vabbè, ma tu non me lo dire lo stesso!"
"Va beeeeeeene, va bene."


*fine dell'antefatto*


Scritto dall'esordiente Glenn Cooper La biblioteca dei morti è stato, a detta di Bookseller, "il debutto più atteso del 2009". Atteso da chi, però, questo non saprei dirvelo, e vi prego di non fraintendermi: per una volta la mia non è una domanda tendenziosa. Comunque sia vediamo se riesco a spiegarvi in poche parole cosa si prova a leggere un libro del genere: è come se Dan Brown, Stephenie Meyer, James Patterson e Ken Follett avessero deciso di fare bisboccia tutti insieme e, in preda ai fumi dell'alcol, avessero scritto un libro a otto mani. Da brividi, eh? Chiudete bene gli infissi, preparatevi una cioccolata calda e avvolgetevi stretti stretti nella trapunta ricamata con tanto amore dalla vostra trisavola, allora, perchè siamo appena all'inizio.

Trama
Il protagonista è Will, agente speciale dell'FBI {avete presente Criminal Minds?} tutto muscoli e testosterone probabilmente laureatosi per corrispondenza, che a un anno dalla pensione {ma va'?} si ritrova ad indagare sul più controverso caso di omicidi seriali degli ultimi anni: Doomsday, un misterioso e simpatico assassino che prima di uccidere le sue vittime fa recapitare loro una cartolina che reca, assieme al disegno di una piccola bara, il giorno e la data di morte del destinatario. Il modus operandi dell'omicida, però, cambia di vittima in vittima, tra le quali non c'è il benché minimo collegamento. Potete quindi immaginare quanta gioia spri dai pori del corpulento Will quando Sue Sanchez, di cui un tempo era stato il capo, gli consegna senza troppi complimenti la patata bollente. Non solo: deve pure far coppia con la compassata Nancy, la Cenerentola di Quantico con i suoi chili di troppo e il suo inseparabile blocco degli appunti.
Gli indizi sembrano tutti convergere su Mark Shackleton, vecchia conoscenza di Will che ha condiviso la stanza con lui durante il primo anno di college. Il nostro poliziottone non può crederci: possibile che quel nerd con velleità da sceneggiatore sia il famigerato pluriomicida?
Risposta: non è possibile.
Mark, infatti, è soltanto il depositario di un terribile segreto che, se rivelato, potrebbe cambiare le sorti dell'umanità: quello della Biblioteca, un'impressionante collezione di libri in cui sono riportate tutte le nascite e le morti avvenute nel mondo dal 782 ai giorni nostri...

E fin qui niente di strano, dai. Anzi, la trama sarebbe pure appetibile se non si sentisse puzza di lovvo lontano un miglio tra Will e Nancy e il tutto non quadrasse senza nemmeno la più piccola sbavatura. La narrazione è inoltre inframezzata da flashback relativi alla nascita della Biblioteca; interessanti, per carità, ma la ridicolaggine è sempre pronta a fare lo sgambetto al pathos a causa della pigrizia di Cooper e della sua imperizia di narratore. E per gli appassionati di storia contemporanea, un piccolo bonus: il “pasticciaccio brutto” visto da Sir Winston Churchill e da Harry Truman, talmente poco caratterizzati che potrebbe tranquillamente trattarsi di semplici prestanome.
SPOILER (click to view)
A dire il vero, però, un problemino ci sarebbe, e neppure tanto “ino”: a un certo punto, infatti gli scrivani/aruspici che curavano la Biblioteca -tutti figli e fratelli tra loro, grazie ad una brutta storia di sesso e rituali strani che non ha niente da invidiare ai traffici di certe sette moderne- si sono scocciati di scrivere e sono arrivati fino al 9 febbraio 2027, indicato come il giorno in cui, presumibilmente, il mondo finirà. Sarà la fine anche per Will? Ma no, sciocchini che non siete altro! Lui, Nancy e praticamente tutte le persone che conosce sono degli OLO, coloro che vanno “Oltre L'Orizzonte” e per cui i demoniaci amanuensi non hanno saputo prevedere la fine. E allora che razza di Finis Dierum è, scusate? Niente, Cooper non si degna di spiegarlo così come omette tantissime altre cose molto più utili della birra prediletta da Mark {giuro!} o del mobilio della casa dei genitori dei Nancy.
Vero è che si tratta soltanto del primo capitolo di una trilogia, ma proprio per questo a parer mio l'autore avrebbe dovuto mettere più cura nel gettare le fondamenta della storia a cui aveva pensato.

Stile
Eh?

Vorrei poter dire qualcosa di più al riguardo, davvero, ma di fatto è come se Cooper non avesse uno stile; il che, a ben vedere, è ancora peggio che avere un brutto stile. L'unica cosa che ricordo {e sì che non è passato tutto 'sto tempo, considerando che l'ho letto sei mesi fa...} è che il ragazzo ha delle serie difficoltà a distinguere il mostrato dal raccontato che pregiudicano non poco la godibilità della narrazione.


Introspezione psicologica
Quasi sufficiente nella prima parte, inesistente nella seconda. Il picco della ridicolaggine si tocca naturalmente con i sovracitati Churchill e Truman, ma anche lo stesso Will non scherza. Sapere cosa mangia a colazione non significa conoscerlo, concetto che, sicuramente per via dell'inesperienza, a Cooper non è assolutamente chiaro. La crescita di Nancy, che nel corso del libro diventa più umana e sicura di sé {anche se in questo caso di dovrebbe parlare più di disgelo che di maturazione vera e propria} è tratteggiata poco e male, trattata alla stessa stregua di un mero dato di fatto quando, presumibilmente, dietro c'è molto di più. Il personaggio di Mark è tutto ben caratterizzato, ma anche lì c'erano tutti gli elementi per uscirsene con un personaggio di maggior impatto. Tutti gli altri, specie gli amanuensi, sono drammaticamente non pervenuti.


Conclusione
Un'americanata. Con un editing un po' più presente, tuttavia, parte dei danni si sarebbe tranquillamente potuta arginare.

Edited by Surymae - 2/12/2010, 21:14
 
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Surymae
view post Posted on 2/12/2010, 21:16




CITAZIONE
le chiacchiere del New York Times o di chissà quale altra testata di grido stanno a zero.
Però una cosa è certa: più le sparano grosse più il libro incriminato fa schifo.

OT clamoroso: come ti ho già detto, penso che dovrebbero licenziare i redattori della rubrica letteraria del New York Times, visto che i casi in cui i libri da loro incensati non erano tremendi si contano, a parer mio, sulle dita di una mano. Ovviamente è solo una battuta...

Edited by Ais Quin - 3/12/2010, 15:50
 
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Ais Quin
view post Posted on 3/12/2010, 15:49




CITAZIONE
penso che dovrebbero licenziare i redattori della rubrica letteraria del New York Times, visto che i casi in cui i libri da loro incensati non erano tremendi si contano, a parer mio, sulle dita di una mano

Potrebbero farlo apposta
 
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Darksilver91
view post Posted on 4/12/2010, 10:12




CITAZIONE
Il nostro poliziottone non può crederci: possibile che quel nerd con velleità da sceneggiatore sia il famigerato pluriomicida?
Risposta: non è possibile.
Mark, infatti, è soltanto il depositario di un terribile segreto che, se rivelato, potrebbe cambiare le sorti dell'umanità: quello della Biblioteca, un'impressionante collezione di libri in cui sono riportate tutte le nascite e le morti avvenute nel mondo dal 782 ai giorni nostri...

La storia del nerd pluriomicida sarebbe stata più figa e plausibile, secondo me U_U

Oddio, effettivamente si poteva far di meglio e non è che sia tutta 'sta gran novità, però ci si deve ricordare dell'inesperienza dell'autore e che quindi potrebbe migliorare ^^
 
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Ais Quin
view post Posted on 4/12/2010, 16:12




CITAZIONE
Oddio, effettivamente si poteva far di meglio e non è che sia tutta 'sta gran novità, però ci si deve ricordare dell'inesperienza dell'autore e che quindi potrebbe migliorare

Ragion per cui non mancherò di leggere il seguito appena mi sarà possibile. Se di tanto in tanto anche Lord Voldemort concede una seconda possibilità chi sono io per non farlo?
 
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4 replies since 2/12/2010, 17:19   146 views
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