Uomini che odiano le donne

« Older   Newer »
  Share  
Darksilver91
view post Posted on 2/11/2010, 22:00




Premessa: casualmente, questa è una delle poche occasioni in cui ho visto il film prima di leggermi il libro, e devo dire che il film non mi era dispiaciuto affatto, anzi -sennò non mi sarei messa a leggere il romanzo dopo, no? -
Ma se mi ritrovo in questa sezione a parlare della prima parte della nota trilogia del fu Stieg Larsson, un motivo ci sarà. Anzi, più di uno.

Trama completa, perchè mi diverto a rovinare il finale.
La trama, in breve, è questa: il giornalista finanziario Mikael Blomkvist si ritrova querelato da un industriale, perde la causa e si dimette dal suo giornale. Mentre si gratta le balle in attesa di qualcosa da fare, un altro industriale svedese, tal Vanger, gli propone un lavoro: scoprire che fine abbia fatto sua nipote, scomparsa quando era ancora adolescente. Ad affiancarlo ci sarà l'hacker punk Lisbeth, e alla fine si scoprirà...
Attenzione, da qua parte lo spoiler
...che la nipote se n'era andata perchè il padre e il fratello la violentavano dalla mattina alla sera, e che il fratello ha continuato a stuprare e uccidere finchè non si è schiantato contro il guard-rail dell'autostrada mentre era inseguito da una Lisbeth incazzata come non mai e armata di mazza da baseball (dove l'abbia presa non si sa)
Lo spoiler è finito, andate in pace (cit. Nonciclopedia)

Personaggi, perchè sembra che ve ne siano tracce.
Allora, in sè la trama non è pessima, nè più scontata di tanti altri thriller, ma in sè vi sono elementi che comunque risultano a dir poco surreali.
Partiamo intanto dal protagonista: Mikael Blomkvist è un giornalista finanziario, e tendo a sottolinearlo perchè vi sono parecchi capitoli pieni zeppi di dati di vendite e linguaggio da broker (su questo poi ci tornerò), casomai uno se ne scordasse; quindi, perchè il vecchio magnate dell'industria dovrebbe proprio pensare che un cacchio di giornalista-economista dovrebbe essere in grado di scoprire quello che la polizia e i detective non hanno scoperto in 40 anni? E' come se un commercialista si mettesse a scrivere un libro sul fumo.
Altra cosa: come è possibile che nessuno, prima del nostro adorato Mikael Blomkvist, si sia accorto di quei indizi? Ok, non tutti possono avere un acume come quello di Sherlock Holmes, ma in quarant'anni possibile che non ci sia stato un investigatore capace in tutta la Svezia?
Inoltre, se il nostro Hercule Poirot svedese è davvero così in gamba, possibile che non sia riuscito a trovare uno straccio di prova decente contro l'industriale che l'ha accusato di diffamazione?
Ora passiamo alla protagonista femminile del romanzo, Lisbeth Salander, che poi tra i due è quella che porta i pantaloni. Tralasciando il fatto che viene considerata ingiustamente una ragazza con qualche problema da quando ha dato fuoco alla macchina del padre con il padre dentro, effettivamente è l'unico personaggio vagamente interessante, per quanto si riveli essere piuttosto incline alla violenza {nooo, non ce n'eravamo accorti} e abbia atteggiamenti vagamente autistici. E visto che è lei il personaggio meglio costruito di tutto il libro, figuriamoci gli altri.
Un capitolo a parte va al "cattivo" della situazione, che risulta essere tremendamente anonimo e scialbo: ok, la Aarendt diceva che il male si nasconde nelle persone più banali, però anche Heichmann aveva più di quello che definisco il "fascino del malvagio" -ovviamente non approvo le azioni compiute da lui o dal regime-; sarà che poi io sono fissata con gli antagonisti, ma penso che un buon nemico sia fondamentale.

Stile, e qua cascò l'asino.
Riguardo allo stile il mio giudizio non può che essere parziale, poichè la traduzione altera sempre lo stile originale, togliendo sfumature proprie della lingua: è per questo che sullo stile in sè non posso pronunciarmi più di tanto, ma sicuramente è nella media del linguaggio da thriller, senza troppe ridodanze nè approfondimenti psicologici. In compenso il romanzo è pieno zeppo di dati finanziari, risultati di sonadaggi e statistiche, tanto che a volte sembra di leggere il Sole 24 Ore svedese o il diario di un broker di Wall Street. Per carità, gli argomenti potrebbero anche essere interessanti per gli svedesi, ma vorrei ricordare alla buonanima di Larsson che quello che ha scritto era un thriller. THRILLER. E nel thriller troppe digressioni uno non se le può permettere, pena l'allentamento della tensione e, contemporaneamente, dell'attenzione del lettore.

Conclusioni del delirio
Concludendo, leggersi un mattone di più di 800 pagine per poi scoprire che metà sono dati su dati che ti fanno provare immediatamente compassione per gli studenti di Economia, e l'altra metà è un romanzetto con una trama banalotta, piena di incongruenze e con un solo personaggio vagamente interessante, non è il massimo.

E il titolo?
Signori miei, non chiedetemi cosa c'entra il titolo con il romanzo, perchè io, a distanza di un anno e passa, ancora non l'ho capito.
SPOILER (click to view)
Dulcis in fundo: ho letto che gli USA hanno intenzione di acquistare i diritti di libro e film per rifarne un remake con attori americani. A distanza di un paio d'anni. °_°
 
Top
Ais Quin
view post Posted on 3/11/2010, 11:47




Avevo in programma di leggerlo, prima o poi, ma dopo questo commento devo assolutamente decidermi a farlo. Credo proprio che ricontatterò quell'amico che si era offerto di prestarmelo, anche se questo significa farsi due ore e rotte di viaggio per andare a prenderselo.
CITAZIONE
quindi, perchè il vecchio magnate dell'industria dovrebbe proprio pensare che un cacchio di giornalista-economista dovrebbe essere in grado di scoprire quello che la polizia e i detective non hanno scoperto in 40 anni? {...} Altra cosa: come è possibile che nessuno, prima del nostro adorato Mikael Blomkvist, si sia accorto di quei indizi? Ok, non tutti possono avere un acume come quello di Sherlock Holmes, ma in quarant'anni possibile che non ci sia stato un investigatore capace in tutta la Svezia?

Dipende dal grado di efferatezza del simpaticone e dall'efficienza dei poliziotti svedesi, che almeno nella finzione non mi sembra abbiano nulla da invidiare ai loro colleghi nipponici: se son tutti degli Zenigata o dei Matsuda dai capelli biondi e gli occhi azzurri Vanger doveva essere proprio alla frutta. A questo punto la domanda è d'obbligo, almeno per me che non ho letto il libro: cosa fanno mentre Blomkvist e la Salander scoperchiano il vaso di Pandora, scrivono libri sul fumo?
CITAZIONE
Inoltre, se il nostro Hercule Poirot svedese è davvero così in gamba, possibile che non sia riuscito a trovare uno straccio di prova decente contro l'industriale che l'ha accusato di diffamazione?

Tipico.
CITAZIONE
Ora passiamo alla protagonista femminile del romanzo, Lisbeth Salander, che poi tra i due è quella che porta i pantaloni. Tralasciando il fatto che viene considerata ingiustamente una ragazza con qualche problema da quando ha dato fuoco alla macchina del padre con il padre dentro, effettivamente è l'unico personaggio vagamente interessante, per quanto si riveli essere piuttosto incline alla violenza {nooo, non ce n'eravamo accorti} e abbia atteggiamenti vagamente autistici.

Molto angst, devo dire. Vorrei tanto sapere come mai i tencici infomratici/hacker/analisti forensi di libri, film e telefilm {in particolar modo le donne} vengono tutti ritratti come degli sciroccati dal Passato Più O Meno Oscuro™.
CITAZIONE
Un capitolo a parte va al "cattivo" della situazione, che risulta essere tremendamente anonimo e scialbo: ok, la Aarendt diceva che il male si nasconde nelle persone più banali, però anche Heichmann aveva più di quello che definisco il "fascino del malvagio" -ovviamente non approvo le azioni compiute da lui o dal regime-; sarà che poi io sono fissata con gli antagonisti, ma penso che un buon nemico sia fondamentale.

Quoto in toto.
CITAZIONE
il romanzo è pieno zeppo di dati finanziari, risultati di sonadaggi e statistiche, tanto che a volte sembra di leggere il Sole 24 Ore svedese o il diario di un broker di Wall Street

O, in caso di statistiche particolarmente lapalissiane, una puntata de L'eredità.



Bell'analisi, complimenti :relax:
 
Top
Surymae
view post Posted on 3/11/2010, 17:22




CITAZIONE
penso che un buon nemico sia fondamentale

Quoto anch'io. Diamine, senza un antagonista funzionante come fanno a funzionare anche gli altri ingranaggi della storia? Peccato che molti autori non se ne rendano conto perchè bloccati dall'idea del "cattivo perchè sì" e non "cattivo per un motivo". Per il resto, non ho letto la trilogia nè visto i film, ma ogni bestseller suscita in me una reazione di repulsione - attrazione. Ergo, se mi capita sottomano lo leggerò volentieri, così come volentieri mi assumerò un po' di caffeina in più durante la lettura per eventuali parti noiose Comunque, complimenti per la recensione, molto scorrevole ed approfondita!
 
Top
view post Posted on 9/11/2010, 17:22
Avatar

Sono su ForumFree probabilmente da prima che tu nascessi.
»»»»»»»

Group:
Member
Posts:
16,344
Location:
Villaggio dei Ninja Azuma - Giappone

Status:


A me Uomini che odiano le donne è piaciuto molto. Ho qualcosina da ridire sulla recensione...

CITAZIONE
Altra cosa: come è possibile che nessuno, prima del nostro adorato Mikael Blomkvist, si sia accorto di quei indizi?

:facepalm: Quegli :facepalm:

CITAZIONE
Mikael Blomkvist è un giornalista finanziario, e tendo a sottolinearlo perchè vi sono parecchi capitoli pieni zeppi di dati di vendite e linguaggio da broker (su questo poi ci tornerò), casomai uno se ne scordasse; quindi, perchè il vecchio magnate dell'industria dovrebbe proprio pensare che un cacchio di giornalista-economista dovrebbe essere in grado di scoprire quello che la polizia e i detective non hanno scoperto in 40 anni? E' come se un commercialista si mettesse a scrivere un libro sul fumo.
Altra cosa: come è possibile che nessuno, prima del nostro adorato Mikael Blomkvist, si sia accorto di quei indizi? Ok, non tutti possono avere un acume come quello di Sherlock Holmes, ma in quarant'anni possibile che non ci sia stato un investigatore capace in tutta la Svezia?

Non l'ho capita. Perché un giornalista finanziario non dovrebbe essere in grado di fare un'inchiesta sulla finanza?
Comunque molto spesso inchieste e indagini serie vengono fatte proprio dai giornalisti (non in Italia, ma questo è un altro paio di maniche). Non dimentichiamo poi che le informazioni gli erano state passate da una fonte.

CITAZIONE
Signori miei, non chiedetemi cosa c'entra il titolo con il romanzo, perchè io, a distanza di un anno e passa, ancora non l'ho capito.

Il fatto che l'assassino e i suoi familiari fossero degli uomini che violentavano, torturavano e ammazzavano donne per il puro piacere di torturare, ammazzare e violentare donne non ti fa venire qualche dubbio? :thinking:

Lisbeth secondo me è resa meglio nel film che non nel libro. Uomini che odiano le donne non è tra i miei libri preferiti, però trovo troppo soggettivi i tuoi appunti: le pagine su dati finanziari & co. sono poche, i personaggi sono ben costruiti, lo stile è noioso nelle prime pagine ma poi è incalzante. L'ho letto in un paio di giorni
 
Web Contacts  Top
Darksilver91
view post Posted on 11/11/2010, 12:14




I tuoi primi due appunti sono forse dovuti al fatto che ho scritto la recensione in un orario un po' proibitivo per la buona sintassi e grammatica (cioè la mezzanotte passata del giorno prima del post) XD
Quindi mi scuso per quell'errore madornale e per l'incomprensibilità del mio messaggio.
CITAZIONE
Non l'ho capita. Perché un giornalista finanziario non dovrebbe essere in grado di fare un'inchiesta sulla finanza?

Io non dico affatto che un giornalista finanziario non possa fare inchieste finanziarie, dico soltanto che mi risulti un po' improbabile che un giornalista che non sia riuscito ad incastrare un industriale per corruzione e quant'altro riesca poi a risolvere un enigma insoluto da quarant'anni.
CITAZIONE
Il fatto che l'assassino e i suoi familiari fossero degli uomini che violentavano, torturavano e ammazzavano donne per il puro piacere di torturare, ammazzare e violentare donne non ti fa venire qualche dubbio?

Forse la mia memoria ha bisogno di una controllata, ma per quanto ricordi solo il "cattivone di turno" e il padre erano dei simpatici stupratori, e solo il suddetto criminale si divertiva a torturare in continuazione le donne. E' vero, ad un certo punto si dice che le violenze sulle donne in Svezia sono molte, forse anche troppe (per quanto violenze di questo tipo non dovrebbero nemmeno esistere), ma nel libro il tutto si riduce ad una percentuale. E quando l'orrore si riduce ad una stupidissima percentuale, si può anche insultare l'autore
CITAZIONE
le pagine su dati finanziari & co. sono poche, i personaggi sono ben costruiti, lo stile è noioso nelle prime pagine ma poi è incalzante. L'ho letto in un paio di giorni

Anche qui sarà un problema di memoria (la mia), ma anche verso la fine, quando l'inchiesta sulla famiglia Vanger si è conclusa e si riprende quella iniziale, il ritmo cala drammaticamente. E non sto parlando di poche pagine.
Su Lisbeth non posso che quotarti, nel film il personaggio mi era piaciuto molto, come tutta la storia in generale, ma continuo a dire che lei sia l'unico personaggio interessante e che risalga in mezzo ad una massa di marionette amorfe.
 
Top
4 replies since 2/11/2010, 22:00   153 views
  Share